Donadi: Unioni gay e fine vita restano in agenda politica

“Per fortuna i politici non devono fare i tuttologi. Io guardo con grande rispetto la vicenda che interessa la Chiesa dopo le dimissioni di Benedetto XVI, ma non penso che la politica debba interferire. E neppure penso che debba farlo la Chiesa”. Massimo Donadi, ex capogruppo dell’Idv alla Camera ora candidato con la lista di Centro Democratico nella coalizione di centrosinistra, prende le distanze da interpretazioni “frettolose” delle dimissioni di Ratzinger.

“La fede e’ un’ispirazione morale, ma prima di tutto viene lo Stato italiano. Cattolici e laici devono fare politica con spirito laico”, spiega Donadi interpellato dalla Dire, a chi gli ricorda come molti esponenti del cattolicesimo politico si propongano di rinnovare l’impegno di Benedetto XVI su temi come la difesa della vita e la disciplina delle convivenze.

“Il tema dei diritti civili qualifica una democrazia matura come l’Italia- sottolinea l’esponente di Centro democratico- quanto alle unioni civili gay, sono un tema attuale, per certi versi ineludibile. Lo stesso vale per la regolamentazione del fine vita. Insomma si tratta di temi che erano nell’agenda politica prima e che lo saranno anche dopo”.