Pisa, Chincarini (CD): Basta bugie sulla sanità. Più rispetto per la nostra cardiochirurgia
“Nei giorni scorsi sono stati pubblicati numeri davvero allarmanti a proposito della cardiochirurgia pisana. I numeri però devono essere ben interpretati e le responsabilità del passato, spesso imputabili alla politica e alle amministrazioni, non possono essere fatte ricadere tutte sui medici e sui professionisti”. E’ il commento di Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana e Segretario della IV Commissione Sanità, alla luce delle notizie di stampa che vedono il reparto di cardiochirurgia di Pisa tra i peggiori su scala nazionale per tasso di mortalità, al punto che il direttore dell’azienda ospedaliera Carlo Tomassini ha deciso di avviare un audit.
“Le statistiche devono essere lette e, soprattutto, ben interpretate prima di essere sbattute in prima pagina”, spiega Chincarini. “Invece i dati apparsi sulla stampa risultano essere, oltre che vecchi di due anni, estremamente grezzi, recuperati da un numero ristretto di cartelle cliniche e per un periodo limitato e non indicano le cause della mortalità. La cardiochirurgia pisana, in realtà, ha inviato al Congresso europeo di Cardiochirurgia una propria statistica da cui risulta che su 1200 pazienti operati la mortalità risulta intorno all’1%, quindi in linea se non al di sotto della media nazionale”.
“Sono noti alle cronache, purtroppo, i veleni, gli scandali, il familismo e la fuga di pazienti conseguente a una situazione che in passato non ha certo favorito competenze e professionalità. Oggi la situazione è cambiata. A causa di quello che è successo in quel reparto, i chirurghi di Pisa sono da anni impegnati a recuperare la credibilità nei confronti dei pazienti”, continua Chincarini. “Stiamo parlando di professionisti estremamente qualificati, e impegnati in prima linea nella cura e nel trattamento di pazienti a rischio, un’équipe di eccellenza che si è resa protagonista anche di importanti missioni all’estero, come quella in Palestina, conclusasi nel 2009, dove su centootto interventi cardiochirurgici si è verificata una mortalità pari a zero”.
“La lettura dei numeri ha tante facce. Una struttura che non fa urgenze, infatti, ha evidentemente statistiche ben diverse da un reparto come quello di Pisa che ha un bacino di utenza ampissimo comprensivo anche del pronto soccorso”, conclude Chincarini. “Per questo, in attesa dei risultati dell’audit, ribadisco che serve attenzione e rispetto per i nostri medici, per tutelare le professionalità del nostro sistema sanitario, che sono quelle lo hanno reso uno dei migliori d’Italia, e soprattutto per non creare inutili allarmismi tra i pazienti”.