Governo, Tabacci: Da Centro Democratico fiducia a esecutivo Letta

Fiducia del Centro Democratico al governo Letta. Ecco il discorso del leader Bruno Tabacci alla Camera: “Credo che il Parlamento abbia piena consapevolezza della svolta che si è compiuta il 22 aprile con il giuramento del presidente Napolitano e il suo discorso al Paese. Un discorso destinato a pesare sul futuro della Repubblica, improntato sul riscatto dell’etica civile, testimoniato con rigore e su una interpretazione del suo ruolo che è parso proiettato in una fase evolutiva della repubblica parlamentare. Il suo governo, onorevole Letta, è il risultato di quel profilo e di quella sfida rivolta al Parlamento con l’invito a forze diverse di considerare la eccezionalità della fase civile, economica e politica del Paese inducendole a una fattiva collaborazione. “Se non lo farete ne trarrò le conseguenze” ci ha detto il presidente Napolitano. Un monito così esplicito da non poter essere frainteso. Questo Parlamento non poteva non adeguarsi. Mi auguro che la sua conversione sia sincera. Pero’, devo dire che l’intervento che ho sentito oggi da parte della collega Gelmini mi ha per molti aspetti confortato”.

“Ora, pero’, l’azione del suo governo è quella che deve creare in concreto le condizioni positive per colmare il pericoloso solco che si è aperto tra politica e Paese. Una strada impervia ma senza alternative. Il suo governo, onorevole Letta, per essere al servizio del Paese e non essere accusato di servire la cattiva politica deve essere capace di testimoniare qualità ed efficacia nell’azione di governo e di esprimere una grande autorevolezza”.

“Ho apprezzato molto l’orientamento ad affrontare la crisi dei partiti attuando finalmente l’articolo 49 della Costituzione. Togliere il rimborso alle spese elettorali e favorire il sostegno dei privati al finanziamento dei partiti con meccanismi di favore fiscale. In questo senso, come Centro Democratico abbiamo depositato una proposta adeguata ad andare nella giusta direzione. Si può cominciare concretamente da qui e poi affrontare una riforma costituzionale profonda utilizzando una convenzione parlamentare aperta. In questo senso il mio apprezzamento è pieno”.

“Ho concordato con la netta affermazione dell’intreccio positivo tra i destini dell’Europa e quelli dell’Italia. Va ribadita in Europa la insostenibilità del rigore fine a se stesso. Vanno rinegoziati il patto di stabilità e lo scorporo dal deficit degli investimenti pubblici e di quelli privati sostenuti da bonus fiscali. La difesa dell’euro presuppone il pieno controllo della leva monetaria. I Paesi con cui dobbiamo confrontarci (dagli Usa al Giappone alla Cina) usano la politica monetaria come strumento di politica economica. Diversamente, la moneta diventa indifendibile e solleva reazioni rancorose; e sarebbe un pericoloso punto di rottura. E a noi serve la presa di coscienza che la questione sociale è segnata da profonde disuguaglianze. Si è rotto l’ascensore sociale che era un punto di forza che dagli anni Cinquanta in poi ha consentito al Paese di crescere”.

“E’ necessaria una profonda riforma fiscale costruita su una lettura corretta della distribuzione della ricchezza. Anche il nodo dell’Imu va ricondotto all’interno di una piena utilizzazione dell’Isee, l’indicatore della ricchezza delle famiglie. Introdurre, infine, sostegni ed esenzioni nella cessione dei servizi sociali e per orientare il fisco nella sua dimensione riequilibratrice. Per queste ragioni siamo molto favorevoli al suo governo e le auguriamo buon lavoro”.