Elba, Russo (CD): Da referendum su Comune unico un’occasione mancata
“L’isola d’Elba ha oggi otto Comuni, otto sindaci, otto Consigli Comunali ed otto apparati amministrativi con altrettante sedi, e i relativi costi, per rispondere alle esigenze politiche e amministrative di soltanto 32mila persone, ovvero le dimensioni di una qualsiasi piccola cittadina italiana. Questi sono i numeri, a mio avviso divenuti insopportabili in tempi di ristrettezze, dell’Isola d’Elba che con un referendum consultivo tra la cittadinanza ha bocciato la proposta di creazione del comune unico”. Lo scrive Rudi Russo, consigliere regionale toscano di Centro Democratico.
“Pur rispettando l’esito referendario negativo sulla creazione del Comune unico dell’Isola d’Elba – dice Russo – ieri pomeriggio, intervenendo in Aula, ho rimproverato la maggioranza trasversale formatasi in Consiglio regionale che ha deciso di adagiarsi sull’espressione referendaria, mancando a mio avviso di coraggio. Il coraggio di essere impopolari quando è necessario e di utilizzare le prerogative del Consiglio regionale conferite dalla legge per decretare la creazione del Comune unico. L’unico percorso che risponde realmente ai criteri tanto invocati di maggiore efficienza e minori costi della macchina amministrativa dello Stato”.
“Non si è trattato soltanto di rinunciare a razionalizzare la presenza amministrativa eccessivamente frammentata all’Elba – spiega – ma altresì di rinunciare a cospicui finanziamenti regionali e nazionali che incentivano le fusioni di comuni. In tempi di crisi, in cui proprio i Comuni lamentano la mancanza di risorse e giustamente lamentano i vincoli del Patto di Stabilità, questa rinuncia appare ancora più sconsiderata”.
“Ogni Comune che si fonde oggi in Toscana – rileva l’esponente del movimento di Bruno Tabacci – può contare, infatti, su 250mila euro l’anno per cinque anni di maggiori contributi regionali, fino ad un massimo di un milione di euro per fusione. A questi si aggiungono i contributi statali, erogati su un periodo decennale, commisurati al 20% dei trasferimenti erariali attribuiti per l’anno 2010, nel limite degli stanziamenti finanziari previsti (art. 20, comma 1, d.l. n. 95/2012). Insomma, un tesoretto, di cui evidentemente all’Elba hanno reputato di non avere bisogno”.
“Il caso elbano oltre che un fallimento locale – commenta Russo – può rappresentare paradossalmente un esempio in negativo per gli altri ed uno stimolo per tutti quei Comuni che, in questa primavera del 2013, stanno lavorando al completamento del processo di fusione”, continua russo ricordando che in Provicia di Prato esiste un percorso di Unione dei Comuni della Val Bisenzio: Vaiano, Cantagallo e Vernio.
“Un cammino accidentato – rileva Russo – che è vissuto nei mesi scorsi di aperture e brusche frenate, di inevitabili campanilismi, ipotesi diverse (a due o a tre?) ma che sembra oggi essere incanalato, grazie agli impegni assunti dai rispettivi Consigli comunali, nella giusta direzione per vedere la luce, con la prospettiva di dare l’ultima e decisiva parola ai cittadini con una consultazione popolare e, infine, al Consiglio regionale. Insomma – conclude l’esponente di Cd – stiamo parlando di un’occasione di risparmio e di maggiore efficienza importante per tutti i cittadini della Val Bisenzio, ma anche di un’occasione per la politica di dimostrare maggiore coraggio sulla strada del cambiamento”.