Capelli alla Camera: Saper investire sulla persona deve essere la nostra scommessa
L’intervento alla Camera del deputato di CD, Roberto Capelli, nell’ambito della discussione sulle misure a sostegno della scuola, dell’università e della cultura (11 giugno 2013 VIDEO). Ecco il testo dell’intervento: “Vorrei partire dagli interventi di stamani in discussione generale che hanno evidenziato i numeri poco onorevoli destinati alla cultura e all’istruzione dal bilancio dello Stato. Numeri che ci classificano, come molto spesso avviene anche per altri settori, agli ultimi posti nel finanziare i due pilastri fondamentali dello sviluppo: la cultura e l’istruzione. Sì, i due pilastri fondamentali dello sviluppo. Credo che nessuno possa discutere sul fatto che conoscenza, sapere, istruzione e cultura siano sempre stati e saranno le architravi dello sviluppo, anche economico, di qualsiasi civiltà avanzata; anche se qualche ministro del recente passato ha osato asserire il contrario e, forse, anche per questo, ma non solo per questo, fortunatamente, è un ex ministro in fase di «rottamazione politica».
Ritengo che la discussione della mozione, in particolare, quella del collega Gallo sia decisamente il primo atto di programmazione economica che finalmente si discute in quest’Aula in questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico e di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Spiace constatare, signor sottosegretario, che la proposta di rimodulazione fatta dai colleghi sulla mozione dell’onorevole Luigi Gallo era di facile soluzione, anche perché non si riferiva soltanto all’allargamento dei termini temporali, ma c’era un’apertura nel proporre la possibilità di rivedere gli stanziamenti economici a favore di cultura e istruzione nell’arco della legislatura. Non mi sembra che non potesse essere un impegno possibile da parte di questo Governo. Di questa legislatura, dicevo, una nuova legislatura, che stenta ad esprimere le proprie potenzialità, partita con il profumo del ricambio e del rinnovamento, ma rimasta ancora trattenuta in porto dalle robuste cime del conservatorismo politico. Ma una svolta coraggiosa di questa nuova maggioranza che è presente in questo Parlamento – non mi riferisco alla maggioranza politica che sostiene il Governo, ma alla nuova maggioranza delle nuove idee che sono presenti in questo Parlamento – è ancora, probabilmente, vittima della sindrome di Stoccolma e, con più coraggio, ci si può liberare dalle catene di un manipolo di esperti carcerieri.
Sapere, conoscere, investire nella persona deve essere la nostra grande scommessa: questo deve essere il nostro più grande investimento infrastrutturale, anche a discapito di altri investimenti infrastrutturali o grandi opere inutili. Non mancano i supporti legislativi e non è certo questa Europa che ci può indicare la via. Pecchiamo, molto spesso, nel non riuscire a dare seguito alle buone leggi che già abbiamo; e sarà questo oggetto di un’interrogazione della componente del Centro Democratico.
Volevo chiudere ricordandovi e portando all’attenzione di questa distratta Aula l’esempio che proviene dalla mia terra. Non tutti, credo, per loro colpa, possono conoscere Francesco Ciusa, un grande artista del nostro Paese, figlio di un artigiano nuorese: poté frequentare nel 1899, fino al 1903, l’Accademia delle belle arti a Firenze e vincere il primo premio, la Biennale di Venezia, con «La madre dell’ucciso», un’opera scultorea di grandissimo valore.
Oppure, volete che parli di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura ? Quel Francesco Ciusa fu aiutato a frequentare l’Accademia di belle arti da un consiglio comunale fatto di pastori di un villaggio che, come dice un altro grande scrittore, è abbarbicato in un nido di corvi. Quei pastori di quel consiglio comunale della fine dell’Ottocento che si quotò e stanziò delle somme per valorizzare i saperi, l’arte, la cultura di un giovane su cui valeva la pena investire. Questo Parlamento, negli anni, ha fatto una scelta inversa con tutti i suoi grandi esponenti della politica nazionale e dell’intelletto nazionale: quella di chiudere i rubinetti alla cultura, allo sviluppo, e lo ribadisco, anche economico, attraverso la formazione dei propri giovani, attraverso gli investimenti nella cultura e nell’istruzione, due cose diverse ma complementari, due facce della stessa medaglia.
Ebbene, la nostra mozione ha avuto il parere favorevole da parte del Governo soltanto nel suo dispositivo, perché tra le premesse c’erano scritte queste cose; noi accettiamo, ovviamente, la proposta del Governo, ma ribadiamo che altre mozioni avrebbero dovuto avere maggiore attenzione da parte del Governo. Questo Stato ha permesso che Roma fosse declassificata rispetto al richiamo turistico e superata da Berlino, da Valencia, da Manchester, pur essendo la città a più alto richiamo e con il più alto patrimonio artistico-culturale; siamo riusciti anche nell’impresa di declassificare la capitale artistica del mondo. Ebbene, per quanto ci riguarda, noi voteremo le nostre mozioni, saremo in linea con il Governo, ma ribadiamo che quanto espresso dalla mozione del collega Gallo merita attenzione e, probabilmente, merita anche qualche voto di quest’Aula.