Toscana – Chincarini (Cd): Burocrazia è freno, restituire centralità a medici e sanitari

“Siamo dispiaciuti per la scelta del Ministero della Salute di escludere la Regione Toscana dalle cinque regioni più virtuose d’Italia. Certo, non dobbiamo nasconderci dietro una foglia di fico ma lavorare affinché questo gap, seppur minimo, possa essere rapidamente colmato”. E’ il commento di Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana e Segretaria della IV Commissione Sanità e Politiche Sociali, alla notizia che il Ministero della Salute ha reso noto quali sono le cinque regioni tra cui verrano individuate le tre “benchmark”, cioè le realtà alle quali ispirarsi per definire i criteri di qualità dei servizi sanitari da erogare.

“La valutazione ministeriale si è basata unicamente sul dato finanziario e la Toscana è risultata sesta con uno scarto di soltanto nove milioni rispetto all’Emilia Romagna, che ci precede. Per di più, la valutazione ha preso in esame un periodo di tempo limitatissimo, il 2011, che per la nostra regione ha rappresentato l’annus horribilis dal punto di vista sanitario, a causa del deficit record di 420 milioni di euro dell’Asl di Massa”, spiega Chincarini.

“Questo non significa che la sanità toscana, dall’oggi al domani, sia divenuta vecchia e inadeguata. La Regione ha tutte le armi per colmare il gap con Emilia, Lombardia, Umbria, Marche e Veneto e recuperare la sua posizione di riferimento anche a livello nazionale: la Toscana vanta tre poli universitari di eccellenza e professionisti la cui competenza è riconosciuta in tutto il mondo”, commenta la Capogruppo. “Certo, in passato sono stati commessi degli errori, soprattutto dal punto di vista finanziario. Per questo, torno a ripeterlo, è necessario rivoluzionare in maniera copernicata tutto il Sistema Sanitario Regionale. E’ urgente e necessario ridurre il peso e la centralità della burocrazia e restituire il ruolo di protagonisti ai sanitari e ai pazienti, puntando sui professionisti, sull’armonizzazzione dell’offerta sanitaria sul territorio regionale e ridimensionando i costi di gestione. Così, la Toscana potrà tornare a essere un modello non soltanto in Italia”.

“Faccio un esempio”, aggiunge Chincarini. “La scorsa settimana in Commissione Sanità c’è stata l’audizione di una professionista, la dottoressa Ricciardi, l’unica in Italia a guarire i malati affetti da miastenia gravis, una malattia che colpisce il sistema muscolare e alla lunga manda il paziente in rianimazione, con costi altissimi. Lei non solo previene questa spesa ma la sua attività porta tanti soldi alla sua Azienda sanitaria. Quando la dottoressa andrà in pensione non ci sarà nessuno che potrà proseguire il suo lavoro e seguire gli oltri cinquemila pazienti che ha in cura perché finora ha lavorato in assoluta solitudine non gli è mai stata data la possibilità di organizzare una vera struttura e formare nuovo personale medico. Questi sono errori che non possiamo più permetterci”.

“Insomma, la politica deve assumersi la responsabilità di dare un’accelerata e una scossa a un sistema che, eccellenza per anni, oggi rischia di rimanere indietro e forse dovrebbe anche rivedere quel milione e mezzo di euro annui che la Regione dà al Sant’Anna per valutazioni evidentemente troppo ottimistiche”, conclude Chincarini. “Il nuovo Piano Socio Sanitario al quale stiamo lavorando, grazie al puntuale lavoro della Commissione e dell’Assessore Marroni, dovrà impostare un nuovo modello di sanità, fatto di integrazione, analisi e promozione, capace di ridurre i mastodontici e spesso inutili costi della burocrazia e, in un’ottica di risparmio, riuscire a sbloccare ulteriori risorse per il personale sanitario”.