Civitavecchia, Petrelli: Istituire ‘green zone’ nel porto come a Venezia
Istituire una zona verde nel porto di Civitavecchia per mitigare l’impatto ambientale del traffico delle navi da crociera, sul modello di quanto fatto recentemente a Venezia con l’accordo volontario denominato “Venice blue flag”, che prevede l’uso di combustibile a basso di tenore di zolfo per le navi da crociera all’ormeggio. A chiederlo è Vittorio Petrelli, coordinatore di CD Civitavecchia, in una lettera al presidente dell’Autorità portuale, al sindaco e all’assessore all’Ambiente. “Possiamo ritenere tale accordo un obiettivo anche alla nostra portata – scrive Petrelli – considerando la condotta antecedente delle compagnie di navigazione. Nel caso di Civitavecchia, bisognerà stabilire una adeguata distanza dall’ingresso del porto, al fine di rendere significativi i vantaggi della misura; in considerazione del tratto previsto nella città lagunare e di altre esperienze internazionali simili, questa distanza dovrebbe attestarsi intorno alle 3 miglia”.
“E’ indubbio – sottolinea l’esponente di Centro Democratico – che tale misura non può essere considerata esaustiva, ma sarà comunque un risultato significativo, considerato che gli attracchi delle navi da crociera nel porto di Civitavecchia sono circa 1.000 ogni anno; la sottoscrizione di un accordo simile al Venice Blue Flag migliorerà la sostenibilità del Porto e l’Autorità portuale, in primis, potrà andare fiera di tale risultato; l’adozione di questa misura sarà altrettanto significativa per la attenzione che ormai la pressione ambientale del porto desta tra i cittadini”.
Nella battaglia per un porto sostenibile non basterebbe, tuttavia, questa eventuale misura. “Non si può continuare a ignorare la questione dei mercantili lasciati in ormeggio in rada, a un miglio dalla costa – prosegue Petrelli – con i motori ausiliari accesi in attesa della disponibilità delle strutture deputate allo scarico del carbone o del greggio. I motori di quei mercantili vengono alimentati con combustibile utilizzato per la navigazione, quindi con un tenore di zolfo che solo a poche centinaia di metri di distanza in linea d’aria (sulle banchine portuali) è vietato dalla normativa (combustibile all’ormeggio 0,1% di zolfo) . Per questo motivo – conclude – tra i destinatari di questa missiva è stata inserita, seppure per conoscenza, Enel Produzione, essendo tale società il principale committente di buona parte di quei mercantili”.