Firenze, Chincarini(CD) denuncia: Cappuccino a 3,5 euro, ecco perché i turisti scappano
“Questa mattina, prima di arrivare al Consiglio regionale, ho bevuto il cappuccino più caro della mia vita in un bar del centro storico di Firenze, in piazza Madonna Aldobrandini. Tre euro e mezzo, con regolare ricevuta, per una bevanda che nella maggior parte degli esercizi fiorentini, anche del centro storico, non costa più di un euro e trenta. E poi ci domandiamo perché i turisti vanno in Spagna o in Croazia invece di venire a farsi spennare da noi?”. Lo scrive, in una nota su Facebook, Maria Luisa Chincarini, capogruppo di centrodemocratico in Consiglio regionale della Toscana.
“Tra l’altro, non mi è sembrato di vedere esposti i prezzi della merce venduta, che potessero mettere sull’avviso l’ignaro cliente. Dinanzi alle mie proteste con l’esercente – racconta Chincarini – mi è stato candidamente risposto che il prezzo era motivato dal fatto che ho consumato la preziosa bevanda al tavolino. Peccato, però, che solitamente il sovrapprezzo è giustificato in caso di un vero e proprio servizio al tavolo, mentre stamani io ho preso il cappuccino al banco e, come in qualsiasi bar, l’ho consumato appoggiandomi a un piccolo tavolino non apparecchiato. Questo non è un servizio cui giustamente pagare un surplus, ma un ladrocinio di cui il più delle volte fanno le spese ignari turisti”.
“Certo, siamo ben lontani dagli scontrini truffa da centinaia di euro emessi alcuni mesi fa a Roma e Venezia – continua Chincarini – e sono consapevole che ogni negozio ha il diritto, entro certi limiti, di applicare il prezzo che ritiene più idoneo, ma ciò che mi preoccupa è la mentalità provinciale e retrograda di questa situazione. Continuiamo a preferire l’uovo oggi piuttosto che la gallina domani… E così, magari, soddisfatti per i piccoli scippi quotidiani che comminiamo ai nostri turisti, non ci rendiamo conto che il nostro Paese, anche per questo, sta perdendo il suo tradizionale appeal in favore di una concorrenza europea quanto mai competitiva e agguerrita”.
“Nessuno può pareggiare con le meraviglie paesaggistiche, architettoniche e artistiche della nostra Regione, ma questo non basta”, conclude Chincarini. “Se non riscopriamo il valore dell’ospitalità, della correttezza e di una sana concorrenza saremo destinati a dilapidare con le nostre stesse mani la nostra più importante voce di export: il turismo”.