Basilicata – Alluvione Metapontino e Ginosa, Florio: Da Governo ora due provvedimenti prioritari

“Ci sono risposte che il Governo Letta può e deve dare andando al di là del retorico, generico e scontato impegno solidaristico a favore delle popolazioni di Ginosa e del Metapontino duramente colpite dagli eccezionali fenomeni metereologici di questi giorni: destinare risorse aggiuntive per la lotta al dissesto del suolo nella legge di Stabilità, in dirittura d’arrivo in Parlamento, ed allentare il Patto di stabilità interno che frena ogni azione da parte delle Regioni e del sistema delle autonomie locali di Basilicata e Puglia, consentendo invece agli Enti Locali che hanno risorse di investirle in interventi di prevenzione e manutenzione del territorio e di contrasto al dissesto idrogeologico”. A sostenerlo è la dirigente regionale della Basilicata del Centro Democratico Rossana Florio.

“Dopo il cordoglio per le vittime e il superamento dell’emergenza – prosegue l’esponente del Centro Democratico – l’attenzione non può che essere concentrata per la ricostruzione dei beni e infrastrutture andati distrutti e nel sostegno agli agricoltori ed allevatori per i gravissimi danni subiti per favorire il più rapidamente possibile la ripresa delle attività fondamentali per l’economia delle due aree. Proprio perché le due Regioni non possono farcela da sole, l’impegno del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando alla creazione di un fondo ad hoc, di almeno 500 milioni di euro l’anno, è una priorità, tanto più che per chi ha vissuto l’altra tragica alluvione nel Metapontino e in territorio di Ginosa del primo marzo 2011, la preoccupazione e la sfiducia sui tempi di erogazione dei finanziamenti statali sono più che legittime”.

Per Florio “purtroppo non si può fingere di ignorare che a cinquanta anni dalla tragedia del Vajont, l’attenzione verso la salvaguardia del territorio resta scarsa. Sarebbe sufficiente ricordare che la regione Basilicata tra il 1956 e il 2010 (dati Ispra, 2013) ha perso tra i 285 kmq e i 1.500 kmq che sono stati sottratti ad attività agricole e ad ambiente e paesaggio agrario e pertanto destinati alla “cementificazione”, secondo il cosiddetto fenomeno del “consumo del suolo”. In media, la stima del consumo di suolo pro-capite da noi è intorno ai 300 mq/abitante. In sostanza per la nostra Regione è come se fossero stati “cancellati” i territori tra i cinque e i dieci piccoli comuni (al di sotto dei 2mila abitanti), un prezzo troppo alto”.