CD, il Documento politico approvato dall’Assemblea nazionale

CENTRO DEMOCRATICO

DOCUMENTO POLITICO ASSEMBLEA NAZIONALE

ROMA, 11-12 OTTOBRE 2013

L’Assemblea nazionale del Centro Democratico si impegna solennemente nella difesa dei valori della Costituzione democratica; afferma la necessità di recuperare, insieme al prestigio delle istituzioni, la competenza legislativa indispensabile ad esprimere un sistema normativo di qualità, trasparente, chiaro, efficace e proteso alla tutela dell’interesse generale.

Con riferimento alla situazione politica attuale, l’Assemblea registra con favore l’opportunità di una maggiore stabilità che si è determinata intorno al Governo in seguito al fallimento dell’improvvido tentativo di parte del centrodestra di far precipitare il Paese verso il caos per vicende di natura personale che nulla avevano a che vedere con l’azione stessa dell’esecutivo e con l’interesse generale dell’Italia.

Il quadro che si è delineato sembra porre le condizioni per un prosieguo della legislatura meno travagliato, almeno fino alla data del 2015, indicata dal presidente del Consiglio Enrico Letta come orizzonte minimo per il suo impegno al momento del suo insediamento.

E’ necessario però riempire di contenuti questa nuova fase che sembra essersi aperta, realizzando almeno le riforme non più differibili sul piano economico e la riforma della legge elettorale per consentire all’Italia di uscire dalla crisi economica e costruire le condizioni per avviare una nuova fase di robusta e duratura crescita, in una cornice di stabilità non più solo formale ma anche sostanziale.

Il Centro Democratico è pronto ad offrire al Governo ed al Parlamento il proprio contributo in termini progettuali di idee e di proposte concrete, purché si chiuda definitivamente la stagione dei ricatti tra le principali forze di maggioranza e si faccia prevalere la logica dell’interesse generale: temi quali l’europeismo e la permanenza nell’area dell’euro, il lavoro e la riduzione del cuneo fiscale, il rilancio della produttività attraverso l’adozione di una seria politica industriale, il taglio delle spese improduttive e l’efficienza dello Stato, la riforma del fisco imperniata su una maggiore equità garantita da un’efficace azione di contrasto all’evasione, lo sviluppo del Mezzogiorno e la valorizzazione dei territori delle isole, la riforma della legge elettorale, il superamento del bicameralismo perfetto, devono finalmente riempire l’agenda politica del Paese dei prossimi mesi.

In questo quadro, i punti fermi della collocazione strategica del Centro Democratico, si confermano quelli che hanno indotto il movimento, nato appena 10 mesi fa, a costituire una delle tre forze fondative della coalizione “Italia Bene Comune” di centrosinistra delineatasi in occasione delle elezioni politiche del febbraio 2013 e ad ottenere un risultato per molti aspetti sorprendente e straordinario, con l’elezione di sei deputati, che ha posto le premesse per un progressivo radicamento su tutto il territorio nazionale e per una serie di risultati elettorali nelle diverse elezioni amministrative che si sono succedute negli ultimi mesi di assoluto rilievo.

Ciò che è venuto a mancare fin dal giorno dopo il voto, non per scelta o responsabilità del Centro Democratico, è stata però la stessa coalizione “Italia Bene Comune”.

Il movimento guidato da Nichi Vendola ha ritenuto di collocarsi all’opposizione del governo Letta, mentre nel Pd è iniziata una lunga stagione precongressuale che lo ha indotto a ripiegarsi sulle vicende interne piuttosto che a contribuire alla costruzione di un nuovo e più coeso centrosinistra, comunque indispensabile per assicurare un supporto più efficace ed una base di consenso più ampia rispetto all’azione del governo e per progettare il futuro.

Il Centro Democratico ritiene essenziale ed urgente riprendere quanto prima il filo del discorso interrotto, nella convinzione che il Paese, posto di fronte al dilemma concreto “declino-ripresa”, abbia bisogno oggi ancora più che in passato di cultura di governo, europeismo, riformismo, rifiuto di ogni forma di estremismo e di populismo e dunque di un centrosinistra largo e rappresentativo delle diverse sensibilità presenti nella società italiana, capace di riconoscere pari dignità a tutte le sue componenti e non egemonizzato da velleitarie presunzioni di autosufficienza che, come in passato, lo condannerebbero anche in futuro inevitabilmente a nuove sconfitte.

In questo quadro il nostro movimento intende fornire il lievito della costruzione e del rafforzamento dell’area centrale del centrosinistra e manifesta la disponibilità ad una piena apertura a tutti i soggetti pronti ad impegnarsi per realizzare un’alternativa ad un centrodestra ambiguo e ancora pervaso di populismo berlusconiano.

L’Assemblea del Centro Democratico dà mandato dunque a tutti gli organi nazionali e periferici del partito di proseguire nell’opera di rafforzamento della propria presenza sul territorio; di impegnarsi a presentare, ovunque sia possibile, nelle prossime elezioni amministrative il simbolo del Centro Democratico; di esaminare rapidamente le condizioni per una propria partecipazione alle prossime elezioni europee valutando positivamente la presenza dei Liberali Democratici Europei, stante l’ambiguità permanente del Ppe caratterizzato da una presenza condizionante di elementi populisti che in Italia hanno caratterizzato il ventennio berlusconiano e la distanza di storia e cultura che lo separa dal Pse.

Sul piano parlamentare i deputati di Centro Democratico si impegnano a promuovere e a contribuire alla rapida approvazione di un nuovo sistema elettorale che garantisca rappresentatività e stabilità, unitamente all’equilibrio di genere, sul modello del sistema tedesco; a contribuire alla rapida approvazione di una legge di stabilità che nel rispetto dei vincoli di bilancio europei sia improntata a rilanciare la crescita e l’occupazione senza più condizionamenti di natura populista volti a realizzare dannose promesse di puro stampo elettorale; a contribuire a risolvere in concreto il tema della drammatica ed illegittima condizione in cui vivono i detenuti delle carceri italiane, accogliendo i richiami del Presidente della Repubblica e dell’Unione Europea, se necessario anche attraverso il ricorso a misure straordinarie che non riguardino però i reati più gravi, tra cui i reati di natura fiscale all’avvio di una stagione in cui la lotta all’evasione fiscale dovrà essere al primo posto di qualunque politica di risanamento dei conti pubblici; a contribuire a cancellare la legge Bossi-Fini ed in particolare il reato di clandestinità per giungere all’approvazione di una nuova normativa degna di un Paese civile che riconosca in concreto i diritti dei richiedenti asilo e assicuri il pieno rispetto dei diritti umani dei migranti, appoggiando al contempo ogni iniziativa del governo volta a delineare una nuova strategia comune europea di approccio al tema dell’immigrazione; a contribuire ad approvare le riforme istituzionali necessarie al superamento del bicameralismo perfetto e al dimezzamento del numero dei parlamentari.

L’Assemblea nazionale promuove la costituzione di una commissione che dovrà elaborare un nuovo statuto del Centro Democratico in linea con il dettato della riforma in via di approvazione parlamentare sul finanziamento della politica e nella previsione di un appuntamento congressuale. Si impegna infine a favorire, anche attraverso le espresse previsioni del nuovo statuto, il pieno protagonismo dei giovani e la loro partecipazione alla vita attiva del partito.