Chieti, la sfida delle primarie di centrosinistra
Si terranno domenica 14 dicembre le primarie del centrosinistra teatino per scegliere il futuro candidato sindaco. “La coalizione – ha spiegato il segretario cittadino del Partito democratico Filippo Di Giovanni – ha stabilito il regolamento della competizione pre-elettorale: possono votare tutti i cittadini residenti a Chieti, previo pagamento del contributo di un euro. È stato deciso, inoltre, che saranno allestiti diversi seggi in città”.
Attualmente la coalizione di centrosinistra è formata dai partiti del Pd, dell’Italia dei valori e da “Il centro democratico”, capitanata da Alberto Chiavaroli, poi dalle liste civiche “Chieti domani”, che fa capo al consigliere comunale Gianni Di Paolo, “Regione Facile”, che si riferisce al consigliere provinciale Paolo Sablone, “Il Popolo di Chieti”, che ha già come capogruppo in Consiglio comunale Gianni Di Labio (che dunque passa ufficialmente al centrosinistra, dopo essere stato eletto in Consiglio comunale tra le file del centrodestra), e la lista civica che fa capo al capogruppo di Scelta civica in Consiglio comunale,Alessandro Giardinelli, che, però, pare che non correrà con Sc. Restano fuori i partiti di sinistra Sel e Rifondazione. Ciò non significa che non ci possa essere un ripensamento, soprattutto per quanto riguarda Sel, che pare abbia una posizione più morbida rispetto all’ingresso nella coalizione di centrosinistra.
Molto dipenderà dal risultato delle primarie. Le candidature possono essere presentate entro lunedì 24 novembre. Al momento i nomi che si rincorrono sono quelli dei tre consiglieri comunali del Pd, Marco Marino, Luigi Febo ed Enrico Iacobitti, e dello stesso capogruppo di Scelta civica Giardinelli. Lotta vera sarà comunque tra Marino, che fino alla nomina di Giovanni Legnini alla vice presidenza del Csm faceva parte del suo staff, e Febo, uomo più vicino al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che ha già avuto modo di spendersi a suo favore con posizioni pesanti ed inequivocabili pronunciate, ad esempio, nel corso dell’ultima direzione regionale del Pd.
Sia Sel che Rifondazione non hanno fatto mistero di non gradire il nome di Marino, giudicato poco vicino a posizioni di sinistra, visto che proviene dal centrodestra, essendo stato anche assessore comunale nella giunta di Nicola Cucullo.Il nome di Febo, invece, potrebbe fungere da lasciapassare per far rientrare almeno Sel in coalizione. “Non è solo la scelta del candidato ciò di cui si sta discutendo – ha detto Di Giovanni, interpellato a riguardo – ci sono anche posizioni programmatiche da superare”.