Sardegna, TURISMO: ospitalità in nero. La ricetta del Gruppo consiliare Centro Democratico

Il sommerso può essere contrastato con le leggi attuali e con l’aggiunta di nuovi strumenti

Busia e Desini: fondamentale introdurre il contributo regionale per l’ambiente

 

«Bene ha fatto Federalberghi a denunciare il giro d’affari sommerso che ruota attorno all’ospitalità turistica in Sardegna; per contrastare il fenomeno dell’abusivismo legato all’offerta turistica la Sardegna può già contare su una legge ad hoc, che andrebbe aggiornata e sostenuta da nuovi strumenti di azione che consentano un controllo più accurato e un riscontro fiscale immediato». I consiglieri regionali del Centro Democratico Sardegna, Roberto Desini e Anna Maria Busia, intervengono riguardo al problema dei posti letto in nero nell’ambito turistico, dopo la denuncia di Federalberghi con cui gli operatori del settore evidenziano un sommerso del valore di 350 milioni di euro l’anno.

«Il fenomeno riguarda in particolar modo gli esercenti in forma privata e non imprenditoriale, che sono difficilmente individuabili e quindi controllabili. Le conseguenze del mancato controllo sono evidenti: rischio di evasione delle imposte, rischi per l’ordine pubblico per elusione dell’obbligo di comunicazione all’autorità di sicurezza dei nominativi dei soggetti ospitanti, oltre che ai noti effetti distorsivi della concorrenza con i tradizionali operatori del settore che nella loro attività sono sottoposti a continui controlli e a ferrea tassazione», continuano gli esponenti del CD.

« In materia di vigilanza e controlli, peraltro, la disciplina è veramente scarna e, per ragioni legate alla carenza di risorse economiche ed umane, scarsamente attuata. In Sardegna la materia è regolata dalla legge dalla legge 27 del 1998 “Disciplina delle strutture ricettive extraalberghiere e modifiche alla legge regionale 14 maggio 1984, n.2”. Ai sensi dell’articolo 21: “Ferme restando le competenze delle autorità di pubblica sicurezza, le funzioni di vigilanza e controllo sull’osservanza delle disposizioni contenute nella presente legge sono esercitate dal Comune. La Regione può esercitare controlli ispettivi a mezzo di proprio personale o tramite gli Enti Provinciali per il Turismo competenti per territorio”.

«Stiamo lavorando per cercare delle valide soluzioni; in tal senso è indispensabile discutere e approvare quanto prima la Proposta di legge presentata in Consiglio regionale da CD, Sel e PdS, che introdurrebbe un contributo per l’ambiente e il paesaggio da applicare solo sul biglietto di andata verso l’Isola, o all’atto di pagamento del servizio, dalle compagnie aeree e marittime e dai soggetti che gestiscono gli aeroporti, i porti, gli approdi e i punti di ormeggio. Si potrebbe realizzare un meccanismo strettamente collegato a quello della riscossione del contributo regionale per l’ambiente, che consenta di avere immediata conoscenza, nel momento dello sbarco dell’arrivo in Sardegna, della destinazione finale del visitatore, nel rispetto chiaramente del suo anonimato. In tal modo gli uffici compenti potrebbero facilmente operare i necessari controlli al fine di verificare il rispetto della normativa e di facilitare gli accertamenti fiscali».