Tassa di soggiorno: «No ai provvedimenti a macchia di leopardo. Contributo per l’ambiente unica soluzione regionale»
Dopo le discussioni e le polemiche sollevate a Olbia, a Sassari e in altri comuni della Sardegna riguardo alla possibilità di istituire una tassa di soggiorno comunale, la consigliera regionale del Centro Democratico, Anna Maria Busia, sollecita la discussione in aula e l’approvazione, anche attraverso una procedura d’urgenza, della proposta di legge presentata da CD, Sel e PdS, per l’introduzione di un contributo per l’ambiente e il paesaggio. «La nostra proposta di legge rappresenta l’unica soluzione valida per superare le polemiche, la confusione e l’iniquità generate dall’istituzione di una tassa di soggiorno che sarebbe adottata, a macchia di leopardo da diverse amministrazioni comunali della Sardegna», afferma Busia. «Il contributo per l’ambiente e il paesaggio, così come concepito dalla proposta di legge che abbiamo depositato in Consiglio, supererebbe tutte le perplessità che avvolgono la tassa di soggiorno», continua. Il progetto sottoscritto da CD, Sel e PdS, prevede un contributo massimo di 10 euro da applicare solo sul biglietto di andata verso l’Isola, o all’atto di pagamento del servizio, dalle compagnie aeree e marittime e dai soggetti che gestiscono gli aeroporti, i porti, gli approdi e i punti di ormeggio; a questi soggetti sarebbe riconosciuto un aggio all’interno del contributo. I ricavi ottenuti con il contributo avrebbero un utilizzo vincolato per legge, e così suddiviso nell’ambito dei progetti a tutela dell’ambiente: il 20 per cento ai programmi regionali, e il 40 per cento rispettivamente a quelli comunali e sovracomunali.
«I vantaggi del contributo per l’ambiente, rispetto alla mera tassa di soggiorno, sarebbero molteplici: prima di tutto non graverebbe solo su hotel e alte strutture ricettive che lavorano alla luce del sole, ma essendo applicato direttamente al biglietto di trasporto per arrivare in Sardegna, sarebbe pagato da tutti i turisti che approdano nell’Isola, indipendentemente da dove e come soggiorneranno», spiega Anna Maria Busia. «In questo modo, oltre a rendere più equo e uniforme il provvedimento, si contribuirebbe in maniera davvero incisiva alla lotta contro l’ospitalità sommersa che rappresenta una concorrenza sleale per gli operatori turistici e un’ombra per il sistema fiscale della Sardegna. Inoltre i turisti che arrivano in Sardegna sapranno con certezza il costo del loro arrivo nell’Isola, e non si creeranno confusioni a seconda del territorio dove i visitatori sceglieranno di soggiornare».