Il testo dell’intervento di Bruno Tabacci alla Camera di commemorazione di Marco Pannella
BRUNO TABACCI. Signora Presidente, esprimo partecipazione al dolore dei cittadini, degli amici e dei militanti radicali per la morte di Marco Pannella. La sua scomparsa priva anche me di un amico, che ho conosciuto e stimato negli ultimi decenni. Ho rispettato le sue battaglie, anche quando non le ho condivise. Scambiare opinioni con lui, in privato o in pubblico, non era mai un esercizio banale. Il filo della sua esperienza politica è segnato da una inesauribile vitalità, testimoniata con una sottile e solida coerenza. Ricordo due passaggi emblematici: la nascita di Radio Radicale, che diventa via via un grande archivio sonoro di attività politiche e istituzionali, nonché una severa scuola di giornalismo, un vero servizio pubblico per crescere nei cittadini la consapevolezza di dover conoscere per deliberare, e, poi, Nessuno tocchi Caino nel 1993 e la campagna per la moratoria universale della pena di morte, alla quale ho aderito fin dalla fondazione.
Con Pannella se ne va un altro tassello di storia del Novecento, la storia vera di uno dei protagonisti politici di un Paese che dalla miseria della guerra era cresciuto, anche attraverso le sue battaglie politiche, sociali e civili, fino a diventare in pochi decenni la quinta potenza mondiale. Anche per questo, se non vogliamo perdere la nostra memoria, non potremo dimenticare Marco Pannella
Con Pannella se ne va un altro tassello di storia del Novecento, la storia vera di uno dei protagonisti politici di un Paese che dalla miseria della guerra era cresciuto, anche attraverso le sue battaglie politiche, sociali e civili, fino a diventare in pochi decenni la quinta potenza mondiale. Anche per questo, se non vogliamo perdere la nostra memoria, non potremo dimenticare Marco Pannella