L’intervista. Tabacci a Repubblica: “Pisapia è il nuovo Prodi”

A battesimo il movimento politico dell’ex sindaco del capoluogo lombardo. L’adesione convinta del leader di Centro democratico: “Progetto di centrosinistra serio e inclusivo”. E sul Pd: “Dividendosi fanno il gioco della destra”

di MONICA RUBINO

ROMA – “Giuliano Pisapia è il nuovo Romano Prodi. È inclusivo, sa unire e mobilitare su un progetto serio”. Bruno Tabacci, presidente di Centro democratico (alleato del Pd), già assessore al Bilancio della giunta Pisapia, vede nella personalità dell’ex sindaco di Milano alcune caratteristiche che ricordano il primo Prodi, quello dell’Ulivo. E questo pomeriggio Tabacci parteciperà a Milano, assieme alla presidente della Camera Laura Boldrini, a una delle ultime tappe prima della nascita ufficiale della rete di “Campo progressista“, il movimento lanciato dall’avvocato milanese che punta a ricostruire una cultura politica di sinistra ma senza estremismi.

Onorevole Tabacci, che cosa le piace di Pisapia?
“Sono suo amico da sempre, sono stato con lui nei primi due anni della sua giunta arancione, che è stata un’operazione trasversale. È una persona rassicurante, equilibrata e ha la capacità di aggregare. Il suo è un progetto ambizioso ma autorevole. Forse, dopo il 4 dicembre, è la prima vera risposta al M5S, che va combattuto sul piano della qualità della politica”.

Che impressione ha avuto della direzione Pd di ieri?
“Confesso che è deprimente assistere a una rottura così profonda nel Pd anche nei rapporti personali. Tutto questo non è utile a rilanciare una politica buona, capace e che da speranza. La divisione fra i democratici fa il gioco della destra. Temo che, prima che il centrosinistra possa tornare al governo, passerà molto tempo”.

I guai del Pd potrebbero mettere a rischio il progetto di Pisapia?
“No, al contrario, Campo Progressista ne esce accreditato perché può essere un’alternativa più concreta e soprattutto inclusiva. La differenza di stile e di impostazione è netta”.

Pensa che nel Pd ci sia stata una discussione adeguata dopo la disfatta referendaria?
“Il Pd ha finto di archiviare il risultato di quella consultazione e si è avvitato su se stesso. Il progetto di un partito a vocazione maggioritaria è fallito, il principio dell’autosufficienza è saltato. Ora conviene ragionare per mettere insieme maggioranze e coalizioni omogenee, basate sui programmi”.

Per fare questo, però, occorre che la legge elettorale sia corretta.
“Si e il Parlamento lo può fare, accogliendo anche l’appello del presidente Mattarella per raccordare i due meccanismi elettorali di Camera e Senato in senso coalizionale”.

Da centrista che cosa risponde a moderati come Pier Ferdinando Casini, secondo cui Pisapia sarebbe “troppo a sinistra”?
“L’amico Casini e i suoi sono rimasti ancorati una visione molto ideologica che non ha più fondamento. Campo Progressista è un’operazione di centrosinistra, che unisce pezzi importanti della società civile e guarda anche ai moderati”.

Condivide l’urgenza della maggioranza Pd di andare a votare prima possibile?
“No, c’è un governo legittimo che deve completare il suo percorso. E poi la partita sui conti con l’Europa è aperta, andare a votare subito sarebbe un suicidio. Per questo giudico sconsiderata anche la mozione anti-tasse di quei 40 deputati renziani contro Gentiloni e Padoan: una mossa da gattini ciechi”.

Secondo lei Renzi dovrebbe farsi da parte?
“Guardi, la cultura cristiano-democratica dalla quale provengo insegna che la resurrezione avviene dopo la quaresima, cioè dopo un lungo periodo di astensione”.

 

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