Banche venete, Tabacci: decreto obbligato
Roma, 4 lug. – “Se non si dovesse convertire il decreto ci assumeremmo la responsabilità di un bail in con effetti a cascata drammatici sui risparmiatori e sull’economia. Chi contesta il bail in e non vuole anche il salvataggio, contesta tutto e il suo contrario”. Lo ha detto Bruno Tabacci alla Camera intervenendo per il gruppo Des-Cd sul decreto sulle banche venete. “Col piano industriale Viola che prevedeva la fusione tra le due banche sarebbero bastati 6 miliardi di cui 4,8 dallo Stato, soldi probabilmente recuperabili, e ci sarebbero stati minori tagli occupazionali. Un conto era eliminare le sovrapposizioni tra le due venete e uno è ora eliminarle tra le due venete e Banca Intesa. Ma il presidente della Regione Luca Zaia e molti ambienti veneti si sono opposti determinando tra l’altro la perdita secca di 3,5 miliardi del fondo Atlante. Restano alcuni punti da chiarire: ad esempio come si possa pensare di recuperare dalle sofferenze il 47%, quando Mps cede i suoi crediti in sofferenza al 20,5% al fondo Atlante. Ma tra chiedere spiegazioni e bocciare il decreto – ha concluso Tabacci – aprendo una crisi bancaria dagli effetti disastrosi ce ne corre”.