Capelli: “Governo fermi abuso su centrale di Gonnosfadinaga”
“Sulla realizzazione della centrale di Gonnosfadinaga si gioca una partita importantissima e lo Stato italiano questa volta non si deve prestare ai giochetti tecnico-legali delle aziende pronte solo a sfruttare gli incentivi e a compromettere per sempre territori e culture secolari”.
E’ quanto dichiara Roberto Capelli, deputato di Centro democratico, dopo il Question time che ha tenuto alla Camera col Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti sulla possibile nuova centrale termodinamica solare del Medio Campidano.
“La vicenda è presto detta: da un lato abbiamo un’azienda inglese, con capitale versato di una sterlina, che decide di costruire una centrale in un’area dedita all’agricoltura e alla pastorizia di qualità. Una centrale che doveva essere di una certa dimensione poi, una volta resa nota la contrarietà della Regione, per superarla l’azienda decide con uno stratagemma di aumentare la potenza, così da spostare il via libera dalla Regione al Ministero dell’Ambiente. Adesso, vista l’opposizione anche da parte del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo – oltre a quella dei comuni dell’area, della Sovrintendenza – a dire la parola finale sarà il Consiglio di Ministri”.
“Proprio per questa ragione – continua Capelli – siamo ancora in tempo per evitare di aprire l’ennesima vertenza dello Stato con la Sardegna, con la conseguenza, ancora una volta, di far sentire lontana quest’isola rispetto al resto dell’Italia. E lo dico nel giorno in cui muore uno storico esponente del movimento indipendentista sardo, Doddore Meloni, in carcere per reati fiscali, che dopo 47 giorni di sciopero della fame e della sete, abbandonato e lasciato solo, non ce l’ha fatta. Ecco proprio nel ricordo di Doddore Meloni, lo Stato, per una volta, non volti le spalle alla Sardegna, ma decida di cambiare il luogo dove realizzare questa centrale, spostandola in qualche altro sito ex industriale sardo, già compresso, evitando di violentare la campagna così bella del Medio Campidano”, conclude Capelli.