Basi Militari, Capelli: stop esercitazioni in Sardegna, riconvertitele

Cagliari, 8 nov. – “Attendiamo un gesto chiaro e definitivo da parte del governo sulla vicenda delle basi militari della Sardegna e auspichiamo quanto prima che si decida di superare del tutto l’utilizzo della basi come poligoni per le esercitazioni a fuoco e si scelga, invece, di utilizzarle per la ricerca, la tutela dell’ambiente e dei posti di lavoro”. Cosi’ in una nota Roberto Capelli, deputato del Centro democratico ed esponente di Campo progressista, che ha presentato alla Camera dei deputati un’interrogazione sul tema al ministro della Difesa Roberta Pinotti.
“Abbiamo segnalato piu’ volte le gravi problematiche che insistono sulle aree che le ospitano- ribadisce Capelli-. I mesi passano, i problemi irrisolti aumentano e il governo continua a tacere”. Al ministro Pinotti “chiedo ancora una volta di intervenire, anche in accordo con la Regione e gli enti locali interessati- spiega il deputato- con azioni concrete per dimostrare che c’e’ finalmente consapevolezza nel governo di una situazione generale in Sardegna drammatica sotto ogni aspetto:
sociale, occupazionale, economico e ambientale”. Lo stesso ministro Pinotti, ricorda Capelli, a proposito della nuova caserma di Pratosardo a Nuoro “aveva assicurato che “‘in tempi brevi sara’ occupata da personale delle Forze armate’. Ma, dopo un anno e mezzo da questa dichiarazione nulla e’ cambiato. La caserma nuova resta ancora inutilizzata”.
C’e’ poi la situazione “gravissima” sui ritardi e modalita’ con le quali vengono pagati gli indennizzi per le servitu’ militari ai comuni interessati, “indennizzi che peraltro avrebbero pure bisogno di essere adeguati e che invece, per il quinquennio 2010-2014 sono caduti in perenzione, ossia non sarebbero piu’ esigibili per motivi non ancora chiariti- continua Capelli-. Una cifra, quindi, vicina ai 15 milioni di euro che i comuni perderebbero, con evidenti e gravi conseguenze per i bilanci degli stessi, mentre resterebbero a disposizione solo 1,9 milioni per il 2015 e 2 per il 2016. Senza motivazione la decisione del ministero della Difesa di ridurre del 10% i contribuiti rivolti alla Sardegna, nonostante in Sardegna sia presente il 60% di tutte le servitu’ militari italiane”.
Sullo sfondo, conclude Capelli, “resta, gravissima, la questione relativa all’ulteriore crisi occupazionale provocata dalla chiusura, o comunque dal ridimensionamento, della presenza Nato in Sardegna, legata alla decisione dell’aeronautica tedesca di ritirarsi dalla base di Decimomannu”.