La Segretaria nazionale di Cd Margherita Rebuffoni: “Ripensare radicalmente le regioni o abolirle? È tempo di decidere e agire”
Questa è la domanda che molti di noi si pongono da ben prima dell’avvento della pandemia che ci ha travolto, ma che ora non è più rinviabile.
Sono loro, le Regioni, che dobbiamo mettere oggi sotto la lente d’ingrandimento, valutare e giudicare per decidere se ancora hanno ragione di esistere per quelle che sono o se serva intervenire per cambiarle radicalmente, ridurle drasticamente o abolirle del tutto.
Tutti ci auguriamo che il piano vaccinale dopo mesi zoppicanti marci finalmente ovunque con il giusto passo e che, da nord a sud, si possa tornare quanto prima ad una vita il più possibile normale, ma sarebbero un errore e una mancanza imperdonabili lasciarci alle spalle quanto abbiamo vissuto senza affrontare il nodo delle Regioni, del loro ruolo, del loro enorme potere e della loro capacità, o incapacità, di tutelare in primis la salute dei cittadini.
Molte sono le cose che oggi sappiamo, non per un nostro giudizio più o meno opinabile, ma per il conto che la realtà ci ha presentato.
Sappiamo, ad esempio, che 20 sistemi sanitari differenti non sono la migliore risposta alla tutela della salute dei cittadini già in tempi normali, ma soprattutto sappiamo che sono la risposta più sbagliata e pericolosa in tempi straordinari come quelli di una pandemia mondiale che purtroppo tutti gli scienziati dicono potrebbe ripetersi con altri nuovi virus nei prossimi anni.
Sappiamo, ad esempio, che la sanità pubblica è stata l’unico vero argine all’emergenza.
Sappiamo, ad esempio, che la sanità privata che le regioni, tutte, hanno agevolato in ogni modo in questi anni senza porre condizionalità, ha ben saputo investire sulle patologie e gli interventi di maggior profitto, ma è stata lasciata libera di scegliere di non farlo per terapie intensive e lunghe degenze che profitto ne danno poco, ma salvano le vite in caso di pandemie.
Sappiamo, ad esempio, che 20 regioni che decidono in modo autonomo come gestire un piano vaccinale sono una sciagura, che possiamo misurare con il numero dei morti nelle categorie dei più anziani e dei più fragili.
Anziani e più fragili addirittura esposti al contagio nelle Rsa per qualche decisione folle regionale che ha scelto di parcheggiare proprio nelle Rsa i malati di Covid fatti uscire dagli ospedali per liberare posti letto sia pure ancora infetti.
Sappiamo, ad esempio, che un piano vaccinale unico e centralizzato ci avrebbe messo al riparo da piani regionali disorganizzati e con falle enormi.
Sappiamo, ad esempio, che sono state le regioni forti del loro enorme potere a frenare, rallentare, ribaltare le decisioni prese dal governo in un balletto schizofrenico che oscillava a distanza di poche ore tra “apriamo tutto” e “chiudiamo tutto” solo per farne una battaglia politica. Un macabro balletto, come sappiamo.
Ma non serviva, e non ci meritavamo la cattiva gestione regionale di una pandemia, per sapere che le regioni così come sono non funzionano, che vanno riformate radicalmente oppure abolite ridisegnando una nuova e più efficiente architettura istituzionale.
Già il fatto che siano 20, molte delle quali piccole e piccolissime, è un’assurdità, una fonte di spreco e inefficienza del tutto ingiustificate.
Senza dimenticare gli scandali di rimborsopoli che hanno attraversato in modo trasversale tutte le regioni screditandone la classe politica o il quadro desolante e insopportabile della moltiplicazione di strutture, consulenze e cda che fanno delle regioni la più efficiente agenzia di collocamenti dorati e ottimamente remunerati.
E allora che fare? Accorparle in poche macro regioni? O abolirle del tutto e ridisegnare un’architettura amministrativa più vicina al territorio, come erano le vecchie province? Ripensare le deleghe, a partire da quella della sanità?
Una cosa è certa. Non è più tempo di rinvii, è tempo di decidere.
Centro Democratico su questo c’è e si farà sentire. E assumerà l’iniziativa con chiunque la condivida. Perché così, con queste regioni che anziché fare il bene dei loro cittadini mettono a rischio la loro vita, non si può più andare avanti.
Margherita Rebuffoni
Segretaria nazionale di Centro Democratico