Conferenza Programmatica PSI, Tabacci: “Per un centrosinistra realmente plurale”

Il sottosegretario, on. Bruno Tabacci è intervenuto alla Conferenza programmatica del Partito Socialista Italiano, in corso a Roma, per portare il suo saluto alla platea degli iscritti e dei dirigenti confermando la sua vicinanza al partito guidato dal segretario nazionale Enzo Maraio.

Dall’Hotel Quirinale, Tabacci auspica che il Presidente Mattarella “continui ad accompagnare questa straordinaria esperienza” di governo, “che deve andare avanti anche dopo il 2023, perché questo è il tempo del Pnrr”. Piano nazionale di ripresa e resilienza “che impegna in maniera strenua le strutture istituzionali del nostro Paese e non c’è spazio per fare i giochetti che abbiamo fatto con i fondi strutturali. Noi rischiamo – dice Tabacci – di restituire tutti i soldi”. La figura di Draghi “diventa determinante per rilanciare il ruolo dell’Italia”, ribadisce Tabacci, l’unico leader europeo che “quando parla tutti lo ascoltano”. E siccome “Draghi nasce da una intuizione di Mattrella” ecco che, per Bruno Tabacci, diventa importante “che Mattarella continui ad accompagnare, da Presidente della Repubblica, questa straordinaria esperienza di governo”.

Mai come in questo periodo è necessario avere un centrosinistra realmente plurale senza partiti che esercitano la loro autosufficienza. “L’iniziativa di centrosinistra oggi più che mai deve essere composita e deve tener conto di tradizioni diverse e che deve essere sospinta dalla necessità di contrastare l’ascesa di questa destra insidiosa” spiega Tabacci. “Bisogna – dice – tener conto anche degli elettori di area moderata che non possono non partecipare a una intesa di campo progressista, che guardi all’europeismo come tratto distintivo. Se Salvini e la Meloni hanno intenzione di lanciare questa intesa con Orbàn, noi dobbiamo necessariamente lanciare una intesa europeista che è l’unica salvezza per ognuno di noi”.

Il conflitto Conte-Grillo sulla guida del Movimento 5 Stelle può essere destabilizzante, anche se, Tabacci spiega: “Il conflitto è nella natura stessa del Movimento 5 Stelle. Per un partito che nasce sulla spinta del “vaffa”, poi diventa difficile da tenere insieme quando si passa da una complessa esperienza di governo che in questa legislatura li ha visti prima con la Lega e poi con il Partito democratico. E’ chiaro che queste contraddizioni prima o poi esplodono e vengono fuori”.