Sanità, CD Lombardia: stop nuova legge, intervengano Speranza, governo e sindaci
Milano, 14 nov – Centro Democratico Lombardia dice no al progetto di legge sulla sanità Lombarda presentato dal centrodestra in Regione. Dopo la disastrosa prova offerta con la pandemia prima dell’arrivo dei vaccini, non ci si aspettava la riedizione del vecchio e fallimentare modello. Invece si mantiene l’impianto del passato limitandosi ad appiccicare in modo posticcio la medicina territoriale solo perché la vuole il Governo col Pnrr, ma non perché ci si creda davvero. Infatti non si presentano i piani strategici organizzativi di attuazione, si prevede la conferenza dei sindaci ma non li si consulta nel redarre la riforma, anzi si delegano di fatto tutti i poteri alla Giunta regionale, rinviando a 24-36 mesi dall’approvazione della legge la definizione delle Aziende Ospedaliere.
La medicina territoriale non può trasformarsi prevalentemente in spesa di cantieri edili, mentre riproporre le ATS di fatto tali e quali significa riproporre l’iniqua differenziazione dei livelli dei servizi sociosanitari ai cittadini tra un territorio e l’altro. Né è immaginabile che le nuove case di comunità siano gestite dai soli medici di base e pediatri di libera professione in associazione.
Inoltre la proposta di legge non tiene conto delle indicazioni dell’Agenas. Mentre è già chiaro che mancano idee sull’utilizzo dei fondi del Pnrr per la medicina territoriale, la digitalizzazione dei processi sanitari, la telemedicina, il personale medico e paramedico.
Né ci si adegua alla nuova normativa prevista nel ddl concorrenza.
Per questo Centro Democratico Lombardia chiede uno stop al progetto di legge e rivolge un appello al Ministero della salute, al Governo, e ai Sindaci, affinché ne verifichino la congruità con il Sistema Sanitario Nazionale e con il Pnrr.