CD Lombardia, Sanità: Regione ascolti Ministero, nuova legge va cambiata

MILANO, 25 feb – Centro Democratico Lombardia, nel valutare la situazione del modello organizzativo della sanità lombarda alla luce della nuova legge e dei rilievi strutturali di merito del Ministero, ritiene che la Giunta regionale debba rapidamente tornare in Consiglio Regionale per apportare le modifiche alla legge proposte dal Ministero della Salute. Esse riguardano in particolare l’accentramento in capo alla Regione anziché alle Ats dell’accreditamento dei privati, la ridefinizione delle competenze e ruolo delle case di comunità e la revisione delle norme di selezione dei dirigenti sanitari. È un atto dovuto, collegato alla rinuncia del Governo di impugnare la legge regionale optando allo stesso tempo verso significativi rilievi del Ministero della salute che dovranno emendare la legge regionale votata a maggioranza nel dicembre scorso. E soprattutto perché tali cambiamenti sono indispensabili per dare sostenibilità socio sanitaria al sistema lombardo. Sono infatti punti focali già sollevati dall’Agenas nella fase di valutazione della sperimentazione della legge Maroni e dalle forze politiche di centrosinistra alle quali ha dato il proprio contributo Centro Democratico, ma che sono state totalmente ignorate dalla maggioranza che attualmente governa la Regione.
La salute dei cittadini lombardi messa a dura prova dalla pandemia richiede un ripensamento del sistema sanitario lombardo soprattutto in direzione di un rafforzamento del servizio universale e della medicina territoriale. Le risorse economiche messe a disposizione dal Pnrr sono una grande opportunità per fare questo salto dopo che per decenni la medicina territoriale è stata abbandonata.
Per questo Centro Democratico ritiene che i servizi di prossimità ai cittadini come l’assistenza domiciliare, la presa in carico delle cronicità, la prevenzione dovranno prevedere una configurazione attenta ed efficace delle Case ed Ospedali di Comunità, dei Cot e dei Distretti unitamente a politiche nuove per il reclutamento di infermieri e medici attraverso nuove assunzioni, l’apertura dei corsi di laurea in medicina, la valorizzazione della specializzazione di medicina generale e il superamento della legislazione e degli ostacoli che impediscono a medici ed infermieri extra comunitari di lavorare nella sanità pubblica. E ciò al fine di garantire l’accesso ai posti di lavoro ai più capaci e meritevoli, nell’interesse della collettività.