Pistoia, Federighi: il nostro impegno in città sempre presente, ma nessun revival della Dc

da “Il Giornale di Pistoia” del 25 marzo 2022

PISTOIA: Sembra proprio che si dovrà aspettare l’11 e 12 giugno, con eventuale ballottaggio semi balneare, per la sfida elettorale che si sta colorando di sempre maggior interesse. Sono da tempo in corso le grandi manovre, la campagna acquisti da parte del Pd continua nel tentativo di dare vita al campo largo evocato dal segretario Walter Tripi mentre all’interno della compagine della candidata sindaco, Federica Fratoni, sembra tornato il sereno. Tra le forze che andranno a comporre la testa d’ariete decisa a riaprire il varco per riprendersi palazzo di Giano c’è anche il CD rappresentato a Pistoia da Giorgio Federighi, a cui abbiamo chiesto un approfondimento sui valori e i temi di questa costola della sinistra.

 

Lei ha recentemente annunciato la costituzione di una sezione del Centro Democratico a Pistoia a quale scopo?

«In effetti si tratta di un impegno che c’è sempre stato e che, in qualche modo, anche in tempi recenti, si è manifestato».

Per esempio?

«Attraverso le varie iniziative che, in prima persona con il Cipes o con altre associazioni abbiamo portato avanti. Iniziative organizzate e sempre ben riuscite, per ricordare Alcide De Gasperi, Maria Eletta Martini, Giorgio Ambrosoli, Roberto Ruffilli, Rosario Livatino, recentemente Tina Anselmi. Adesso stiamo portando a compimento con Poieinlab di Filippo Buccarelli la ricerca su il post-covid e un convegno su “L’economia di Papa Francesco”».

Ma perché con Centro Democratico?

«Sono 50 anni che conosco e apprezzo la concretezza e la lungimiranza di Bruno Tabacci. Il CD certamente sta nel solco della tradizione popolare e cattolico democratica di De Gasperi, Moro, Fanfani, Zaccagnini, Albertino Marcora».

Si può dire un revival della DC?

«Niente nostalgia e impossibili amarcord, certamente le scelte e tante idee sono ancora pienamente attuali…».

Ma come può incidere CD a livello nazionale?

«Talvolta conta più la qualità che la quantità. Moro ha sempre avuto poco in percentuale all’interno della DC, piccoli partiti come il PRI sono stati certamente rilevanti e incisivi. Uno come Tabacci, sottosegretario per il Coordinamento della Politica Economica non è di poco conto. E poi c’è il possibile ritorno alla proporzionale (legge elettorale ndr)».

A proposito!

«A proposito io sono sempre stato (il Cipes ha fatto vari incontri in merito) per una legge elettorale tipo quella tedesca – sfiducia costruttiva, limitazioni al nomadismo parlamentare, cancellierato forte, proporzionale con sbarramento, in più ci metterei il premio di maggioranza (ipotizzato da Ruffilli) così detto “inverso”, più favorevole ai partiti minori della coalizione vincente. Del resto lo Statuto del CD mi pare quello di un partito moderno, ispirato ai valori fondamentali della Costituzione, degno interprete del popolarismo laico e cristiano, che ha ricostruito e fatto grande il Paese nella seconda metà del secolo scorso».

Eccoci al punto: pensa a un ritorno alla politica attiva?

«Gli anni passano anche per me. Certo l’attrazione per un impegno per la comunità (mi perito a citare i grandi che hanno sempre incitato l’impegno dei cattolici in politica – solo due nomi Paolo VI e Giorgio La Pira) permane».